RACCONTO DI NATALE PER CRISTIANI E NON CREDENTI
BARIONA o IL FIGLIO DEL TUONO, di Jean Paul Sartre

Relatore: FAUSTO BONINI

Nel giugno del 1940 Sartre, a seguito della disfatta francese, viene fatto prigioniero e inviato in Germania, nel campo di prigionia di Treviri, dove resterà nove mesi, fino all’aprile del 1941, alloggiato nella baracca degli artisti, dove c’erano anche dei sacerdoti. Su loro suggerimento Sartre prepara, in occasione del Natale, una pièce teatrale da recitare tutti insieme che intitola Bariona o il figlio del tuono, intervallata da alcune riflessioni di un cantastorie divenuto cieco che presenta dei dipinti che aveva visto prima di diventare cieco.
Il cantastorie cieco invita i presenti a vedere con la mente, a occhi chiusi, i quadri che lui presenta, perché solo a occhi chiusi, insiste, si può intra-vedere, cioè vedere dentro quello che gli occhi non riescono a vedere. Ecco la parte centrale recitata dal “presentatore di immagini”. “Ma siccome oggi è Natale, avete il diritto di esigere che vi mostri il presepe.
Eccolo. Ecco la Vergine ed ecco Giuseppe ed ecco il bambino Gesù… Non erano certamente così. Se foste come me, che ho gli occhi chiusi… Ma ascoltate: non avete che da chiudere gli occhi per sentirmi e vi dirò come li vedo dentro di me. La Vergine è pallida e guarda il bambino… Cristo è il suo bambino, la carne della sua carne e il frutto del suo ventre. L’ha portato nove mesi e gli darà il seno e il suo latte diventerà il sangue di Dio. E in certi momenti, la tentazione è così forte che dimentica che è Dio. Lo stringe fra le sue braccia e dice: piccolo mio! Ma in altri momenti rimane interdetta e pensa: Dio è là… Lo guarda e pensa: Questo Dio è mio figlio. Questa carne divina è la mia carne. E’ fatta di me, ha i miei occhi e questa forma della sua bocca è la forma della mia. Mi rassomiglia. E’ Dio e mi assomiglia. E nessuna donna ha avuto dalla sorte il suo Dio per lei sola. Un Dio piccolo che si può prendere nelle braccia e coprire di baci, un Dio caldo che sorride e respira, un Dio che si può toccare e che vive… Questo è tutto su Gesù e sulla Vergine Maria. E Giuseppe? Giuseppe non lo dipingerei. Non mostrerei che un’ombra in fondo al pagliaio e due occhi brillanti. Poiché non so cosa dire di Giuseppe e Giuseppe non sa che dire di sé stesso. Adora ed è felice di adorare e si sente un po’ in esilio… Miei buoni signori, questa è la Sacra Famiglia. Ora apprenderemo la storia di Bariona poiché sapete che vuole strangolare quel bambino”.