STORIA DELL’ARTE

● IL RINASCIMENTO ITALIANO. ARCHITETTI, COMMITTENTI, ARCHITETTURE E IDENTITA’ LOCALI

Relatore: ALESSANDRO RIGHI

Il Rinascimento propose la visione di una nuova architettura che, a partire dalla Firenze di primo Quattrocento di Brunelleschi, si diffuse in tutta Italia dando vita a diverse declinazioni locali che coincisero con quelli che sono stati chiamati i “Centri del Rinascimento”.
Città grandi e piccole, sedi di poteri in competizione tra di loro, che diedero vita ad una sorta di gara per l’affermazione della propria superiorità, anche coltivando relazioni privilegiate con gli artisti di avanguardia che in quegli anni proposero e propagarono, spostandosi tra questi Centri, la rivoluzionaria affermazione del linguaggio artistico all’antica.

Questi gli incontri proposti:

7 dicembre/ Filippo Brunelleschi a Firenze. “salvare l’anima”: i Medici e la sacrestia vecchia di San Lorenzo.

14 dicembre/ Leon Battista Alberti a Rimini: sotto il segno del cancro, Sigismondo Malatesta e Il Tempio Malatestiano.

11 gennaio/ Urbino Cruciale. Francesco Laurana, Francesco di Giorgio, Federico da Montefeltro (“luce d’Italia”) e “il palazzo in forma di città”.

18 gennaio/ Le Tems Revient: Firenze, Giuliano da Sangallo, Lorenzo il Magnifico e la villa di Poggio a Caiano.
Nella Firenze dell’età dell’oro di Lorenzo il Magnifico prende forma la “cultura” della villa moderna, tra il ritorno all’antico, asperità della politica e la domanda sul ruolo del Magnifico: principe repubblicano e tiranno?

 Gerusalemme sul colle: Donato Bramante, Giulio II, Roma e Il Tempio di San Pietro in Montorio.
A Roma un nuovo papa guerriero polarizza su di se la politica italiana; da Urbino un architetto che ha completato la sua formazione nella Milano sforzesca, a contatto con Leonardo, giunge a Roma dove espleterà gli incarichi più prestigiosi per la nuova Roma di papa Giulio, tra cui il monumento su uno dei luoghi più santi della cristianità: quello della crocifissione di san Pietro sul Gianicolo.

 Dopo Raffaello. Giulio Romano, “fiero, sicuro, capriccioso, vario”: Mantova, Federico II Gonzaga e il Palazzo Te.
Come sarebbe stata la villa Madama di Roma se Raffaello avesse potuto portarla a compimento? Il suo allievo più dotato, Giulio Pippi, detto Romano, ce lo “fa vedere” in uno dei capolavori totali del Rinascimento padano: il Palazzo Te per Federico II Gonzaga a Mantova. Tra erotismo manifesto e gioco (serio) architettonico.
 
 Michelangelo Buonarroti e la ricerca del tempo perduto: Firenze, Clemente VII e San Lorenzo.
Il secondo papa medici, Clemente VII, vuole dare forma definitiva alle memorie del suo casato nella chiesa “di famiglia”, San Lorenzo. Dopo aver realisticamente preso atto dell’impossibilità di realizzare la facciata secondo l’ambizioso progetto di Michelangelo, gli commissiona il completamento della Sacrestia Nuova (il nuovo mausoleo mediceo) e la Libreria nel convento: la prima biblioteca pubblica di Europa.