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«Zattere e zattieri»



                 Il lungo viaggio del legname dal

                 Cadore a Venezia
           PIANETAUTL
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                 di Alessandro Milite

           CULTURA
           E
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           VITA
                                                                   In primavera il legname veniva avviato lungo il
                                                                   fiume fino al «Cìdolo», paratoia per bloccare il le-
                                                                   gname. Due volte l’anno il «Cìdolo» veniva aper-
                                                                   to ed il legname inviato parte alle segherie lun-
                         Venezia, l’Arsenale, le fondazioni di edi-  go il fiume e parte assemblato in zattere.
                         fici, le vetrerie di Murano, il consolida-  Il «Cìdolo» di Perarolo era posto su una strettoia
                 A mento di rive e canali, la legna da arde-       del fiume e formato da una paratoia di robuste
                 re e altro richiedevano decine di migliaia di me-  travi di legno che abbassata permetteva il pas-
                 tri cubi di legname ogni anno.                    saggio dell’acqua ma non del legname.
                 Come arrivava a Venezia questa massa enorme La «menàda» richiedeva un gran numero di
                 di legname e soprattutto chi la trasportava?      operai detti «menadàs», il legname si bloccava
                                                                   spesso lungo il percorso formando grovigli ine-
                 FORESTE, BOSCHI E BOSCAIOLI                       stricabili, i «menadàs», in precario equilibrio sui
                                                                   tronchi resi scivolosi dall’acqua malgrado l’uso
                 Il legname proveniente da zone soggette o di ramponi, usavano l’«angér» bastone lungo 4
                 meno alla Serenissima veniva avviato verso Ve- o 5 m. munito di due punte in ferro per ripristi-
                 nezia sotto forma di zattere, utilizzando quasi   nare la fluitazione.
                 tutti i torrenti e i fiumi del Veneto. Ogni anno ne
                 arrivavano a Venezia 3.000 / 3.500, una media di
                 8/10 zattere al giorno.
                 In Veneto, tre boschi erano soggetti al controllo
                 del Consiglio dei Dieci: la Foresta di Somadida
                 (Cadore), il Bosco d’Alpago (Cansiglio) e il Bosco
                 del Montello.
                 Per consuetudine, tutti i boschi soggetti al con-
                 trollo della Repubblica erano chiamati «Bosco di
                 San Marco».
                 Le pene per chi danneggiava e/o rubava legna-
                 me o portava armenti a pascolare all’interno di
                 boschi «vizzati» vietati anche alla popolazione
                 locale, erano pesanti:
                 «… diciotto mesi in una galea di condenati a vo-  Menadàs usano l’angér per smuovere i tronchi
                 gar il remo con ferri ai piedi …».
                 Solo gli alberi contrassegnati potevano essere
                 tagliati dai boscaioli; una volta abbattuti, i tron-
                 chi venivano tagliati nelle misure richieste e se-  Il lavoro, oltre che faticoso e poco remunerativo,
                 gnati con i marchi delle ditte che li avevano ac-  era molto pericoloso considerato che i tronchi
                 quistati, infine il legname veniva accatastato potevano muoversi all’improvviso sotto i piedi
                 nelle vicinanze di fiumi e torrenti pronto per la dei «menadàs» causando incidenti spesso mor-
                 fluitazione libera detta «menàda».                tali.



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